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martedì 28 aprile 2015

Le vie del marketing sono infinite: la formazione





Il mio lavoro mi porta a entrare in contatto con una varietà pressoché infinita di imprenditori, ognuno dei quali ha una sua modalità di condurre la propria azienda e in generale ha un suo modo di fare marketing (ricercare clientela) e generare business (creare fatturato).
Ho quindi modo di osservare che ogni imprenditore è unico nel suo genere poiché, egli infonde naturalmente, nel suo lavoro, ai vari livelli, amministrazione, produzione, commercializzazione, ecc… fino a permeare tutta l’impresa, la propria visione. Insomma ogni imprenditore si è cucito addosso un’azienda nella quale egli si riflette con tutta la sua personalità e le sue attitudini.
Anche questo, a ben vedere, è un fatto abbastanza ovvio. Ciò che invece non appare abbastanza ovvio, e i fatti ci danno ragione, è l’uso che ne viene fatta dell’esperienza e della formazione che ognuno di noi ha acquisito nel mondo del lavoro. Un conto sono le competenze acquisite nella produzione o distribuzione di un certo bene o servizio, ed un conto sono le competenze necessarie al management e/o alla dirigenza d’impresa. Per fare un esempio è come se le competenze acquisite per produrre biciclette siano sufficienti anche ad amministrare, gestire e condurre una fabbrica di biciclette.
Su questo aspetto, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, ognuno di noi, è dedito all’autosufficienza, all’autoapprendimento e per dirla all’americana al self made man. Non possiamo assolutamente negare che l’imprenditore del momento, acquisisce informazioni e competenze attraverso la propria esperienza, pagando costi spesso molto alti (in termini di errori e fallimenti) rispetto ai risultati che si ottengono.
E’ anche vero che esiste una certa resistenza al cambiamento, del tutto sana e naturale, per cui comprendere i nostri limiti nel gestire un’azienda (piccola o grande che sia) ci fa sentire “incapaci” o “inetti”. Invece è vero il contrario.
Rendersi conto dei propri limiti, comprendere come e dove acquisire informazioni e competenze per migliorare la gestione aziendale e, quindi, alzare la qualità del proprio lavoro, è di certo un comportamento sano e costruttivo.
Nel passaggio da una cultura aziendale basata sul fare esperienza per poi migliorare ad una cultura aziendale basata, oltre che sull’esperienza, anche sull’applicazione di metodi già sperimentati e su tecniche aziendali si inserisce la cosiddetta formazione …(segue)





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lunedì 27 aprile 2015

Lavoro felice: la relazione il primo fattore per avere successo



Inizio da chi, sempre più spesso, è oggi alla ricerca di un lavoro.
In genere siamo convinti che per trovare un posto di lavoro avremo bisogno di:
• mostrare competenze adeguate;
• dichiarare esperienza;
• rendersi disponibili e flessibili;
• avere una certa età;
Ogni punto suddetto avrà un peso determinante nel successo della ricerca di un impiego; esiste però un altro aspetto non meno importante che agisce al livello della comunicazione.
L’immagine che trasmettiamo attraverso il nostro comportamento, il nostro lessico, e che rappresenta la comunicazione in toto che si stabilisce tra noi e il nostro interlocutore è il primo punto su cui bisogna lavorare per trovare un lavoro. Sto dicendo che la relazione che si instaura tra chi cerca e chi offre lavoro, sia che si stabilisca (la relazione) a mezzo telefono, oppure inviando il curriculum a mezzo email o posta o anche direttamente per colloquio privato, ecco, la relazione è il primo fattore per avere successo nella ricerca di un lavoro.
Lo stesso accade al venditore alla ricerca continua di clienti. In genere i venditori sono convinti che, per vendere, bisogna parlare molto, esporre le caratteristiche nei minimi dettagli del prodotto che propongono senza però far capire molto, e, mentre tentano di vendere, non riescono a pensare alla prima cosa che sarà determinante per concludere l’incontro con successo: cosa sta pensando il cliente di me venditore? Sono riuscito a stabilire la relazione giusta per concludere il contratto?
Riguardo all’imprenditore la situazione è molto più complessa poiché egli si muoverà su vari fronti e su ogni fronte gli toccherà gestire un certo tipo di relazione. Per cui con i potenziali clienti dovrà confrontarsi come un venditore, con i fornitori come un cliente, con le maestranze e/o i dipendenti come un capo o un leader o addirittura come un collaboratore alla pari. Avrà poi delle relazioni delicate da gestire, come quella con le banche, i consulenti e gli enti pubblici.
Da come egli strutturerà la rete delle relazioni e dalla gerarchia regnante nella sua azienda dipenderà il successo della sua impresa.
C’è un’altra relazione da considerare, ed è quella che ognuno di noi intrattiene tra se stesso ed il personale concetto di “questa crisi”:
• da una parte c’è chi continua a ripetere che “con questa crisi” non c’è molto da inventarsi, anzi non esiste soluzione, ma aspettare che passa, se passa;
• da un’altra parte, invece, abbiamo persone alla ricerca di strumenti idonei e di nuove metodologie per affrontare, superare e attraversare questa crisi.
Questo progetto di marketing, il counseling aziendale, è indirizzato indiscutibilmente alla seconda categoria, perché sarà la loro disponibilità a credere che soltanto con nuovi strumenti e con la ri-scoperta dei valori di sempre: gli individui e il loro bagaglio esperienziale, che sarà possibile attraversare felicemente questo delicato momento.

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